Moda del momento o vera e propria patologia? Di certo è una vera e propria piaga degli ultimi anni: i selfie, i tanto diffusi autoscatti che imperano nei Social Network.
Arriva uno studio americano con un risultato stupefacente: i Selfie non sono una forma di narcisismo moderno degli ultimi anni, ma un vero e proprio disturbo mentale.
Secondo gli studiosi dell’American Psychiatric Association (APA) ci si trova di fronte ad una malattia dell’era tecnologica: the selfitis, ovvero la selfite.
Secondo l’APA chi soffre di questo disturbo ha un desiderio ossessivo-compulsivo di farsi le foto per poi diffonderle in rete, dovuto alla poca autostima e per colmare il vuoto della propria intimità. È anche possibile valutare la gravità del disturbo secondo una scaletta:
- La selfite borderline: se ci si fotografa almeno tre volte al giorno senza pubblicare le immagini su Internet.
- La selfite acuta: se ci si fotografa almeno tre volte al giorno e si pubblicano tutte le foto online.
- La selfite cronica: disturbo grave, se si ha il desiderio irrefrenabile di scattarsi foto durante l’intera giornata postandole su Internet più di sei volte al giorno.
Non sembra esserci una cura, anche se si possono ottenere dei miglioramenti grazie alla Terapia Cognitivo-Comportamentale, (THE CBT).
La parola Selfie è stata eletta Parola dell’Anno 2013, dal Dizionario Inglese di Oxford è definita come una fotografia fatta da se stessi, in genere con uno smartphone o webcam, ed in seguito condivisa su un social network. Di certo, che sia una patologia o meno poco importa per la stragrande maggioranza dei fruitori di “autoscatti”. Fintanto che l’azione non sia invalidante arreca poco disturbo, ma questa mania può provocare anche delle conseguenze in alcune occasioni non controllate. Per strada, in macchina, al lavoro, è meglio evitare, così da tutelare la propria e la sicurezza degli altri.