Quando si pensa all’amnesia, con ogni probabilità si ha in mente un disturbo della memoria che piace tanto agli sceneggiatori cinematografici: dopo una violenta emozione, l’eroe dimentica completamente il suo passato e non ha la minima idea di chi sia. Una situazione questa , che porta , almeno nei film, a complicazioni meravigliosamente drammatiche. Questo tipo di amnesia, rara nella vita reale, è di tipo psicologico, è semplicemente troppo doloroso ricordarsi chi si è.
La maggior parte dei casi di amnesia, è invece causata da un danno fisico al cervello, che può essere sia “retrogrado”, quando la vittima non riesce a ricordarsi gli avvenimenti che hanno preceduto la lesione, sia “anterogrado”, quando si indebolisce il ricordo dei fatti avvenuti dopo.
Le cause più frequenti di amnesia retrograda è un colpo violento alla testa e, di solito, l’effetto principale è che la vittima non riesce a ricordarsi cosa è accaduto nell’ora precedente al colpo. Ciò succede perchè il cervello leso non ha avuto il tempo di spostare quegli avvenimenti dalla memoria a breve a quella a lungo termine. Una causa comune di amnesia anterograda, per cui una persona non riesce a stabilire dei ricordi a lungo termine di avvenimenti recenti, è un danno all’ippocampo, una parte del cervello situata sotto i lobi temporali. In questo tipo di amnesia il ricordo del passato precedente alla lesione rimane ragionevolmente intatto.
Tuttavia, la vita normale è impossibile, perchè ogni nuovo giorno non ha nessun legame con quello precedente. Il malato non riesce a trattenere nessuna traccia mnemonica degli avvenimenti più semplici della sua vita: se da quando ha subìto la lesione ha traslocato, non sa dove vive ora; legge e rilegge gli stessi articoli di giornale perchè non si ricorda di averli già scorsi. Oggi si ritiene che tutto ciò abbia luogo per difetti di irrogazione sanguigna delle cellule situate nella corteccia cerebrale. Infatti le amnesie sono frequenti nell’età avanzata per fenomeni d’aterosclerosi cerebrale.